Nell’industria della pasta, capire come gestire al meglio gli scarti di produzione è un problema molto comune.
Questo accade perché in ogni produzione si genera una percentuale di prodotto finito che non può essere destinata alla vendita, in particolare a causa della non conformità estetica.
Questa percentuale di scarto può variare a seconda del tipo di prodotto finito. Nel caso della pasta lunga è tra le più elevate e corrisponde a circa il 7-8% della produzione totale. Ciò significa che, in una linea di produzione con una capacità di 4.000 kg/h, la quantità di scarti di produzione corrisponde a circa 320 kg/h.
Nel caso della pasta corta, le percentuali di scarti di produzione sono molto variabili e possono dipendere sia da errori di confezionamento sia da non conformità estetiche.
Questi scarti di prodotto, esteticamente non adatti alla vendita ma conformi agli standard di qualità della produzione, possono essere recuperati e reintegrati nel ciclo produttivo. In particolare, anche alla luce dell’attuale situazione di mercato, gestire in modo efficace questi scarti è diventato un tema molto importante.
CMB progetta e realizza sistemi di recupero degli scarti, che permettono di trasformare il prodotto di scarto in materia prima con una granulometria adeguata. La configurazione di questi sistemi è personalizzabile e può variare significativamente a seconda del tipo di prodotto da recuperare e delle esigenze del cliente e dell’impianto di produzione in cui devono essere installati. Inoltre, i sistemi di recupero realizzati da CMB possono gestire materie prime diverse, mantenendole separate all’interno del ciclo produttivo e gestendone la tracciabilità.
In generale, il processo di recupero degli scarti prevede tre fasi fondamentali in sequenza: frantumazione, macinazione e setacciatura. La prima permette di rompere il prodotto scartato in pezzi più piccoli, la seconda trasforma questi pezzi in prodotto granulare, infine la terza seleziona il prodotto rimacinato in base alla granulometria richiesta. A questo punto, il prodotto rimacinato può essere inserito nella linea di produzione con dosaggi variabili fino a un massimo del 15% della produzione totale